Nato a Siracusa nel 1938, Gaetano Tranchino a Siracusa vive senza inquietudini che non siano quelle della ricerca, dell’ approfondimento e perfezionamento dell’ arte sua: sereno, appagato, senza alcuna ansietà ed affanno ad inseguire la notorietà, il successo. 
Raramente si allontana dalla sua città: in occasione di qualche sua mostra in Italia e all’ estero o di mostre altrui, ma di pittori che sommamente lo interessano.

Stranamente, stante l’ imponente ciarlataneria che nel campo dell’ arte (si dice per dire, arte: poiché frequente ne è la negazione) trova spazio, Tranchino è riuscito a guadagnarsi il suo con mostre, a distanza di qualche anno tra l’ una e l’ altra, in prestigiose gallerie; e riscuotendo l’ attenzione dei critici più avvertiti e perciò meno legati a tendenze più o meno inautentiche , più o meno mistificatorie. Non gli è mancata, peraltro, l’ attenzione di scrittori non addetti ai lavori di critica d’ arte: e particolarmente è da segnalare la presentazione che Vincenzo Consolo ha fatto per la mostra di qualche anno fa alla milanese Galleria Trentadue guardando le sue pitture si può se mai far qualche richiamo a De Chirico, a Savinio, a Giuseppe Viviani. Ma più puntuali e sollecitanti vengono i richiami letterari. A Borges che in questi ultimi anni è stato per Tranchino congeniale nutrimento: come lo scrittore che la sua pittura in un certo senso attendeva.​​​​​​​
E a Conrad, che giustamente Antonello Trombadori ricorda nel discorso introduttivo al catalogo. E non è che faccia pensare a Conrad la presenza, nei quadri di Tranchino, del mare, delle navi che sembrano emergere dal fondo marino, cariche di escrescenze e incrostazioni, dei marinai confitti nell’ immemore stupore. E’  piuttosto, a far pensare a Conrad, la presenza di un destino, del destino.


"Sedia Nuvole e colombe" 70x50cm

"Poeta che legge" 60x50cm

"La Nave in Risaia" 90x70cm

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